Malpolon monspessulanus
Reptilia → Squamata → Serpentes → Colubridae → Malpolon → Malpolon monspessulanus
Bissa Rataja, Bissa Oxelea, Oxelaira
Il Serpente di Montpellier ( Malpolon monspessulanus ) è senza dubbio il serpente più grande della provincia di Savona, spesso supera i 200 cm di lunghezza totale.
Il corpo è particolarmente robusto nella parte centrale, mentre la testa, triangolare e prominente, presenta grandi occhi infossati bordati da pronunciate squame sopraorbitali, che conferiscono all’animale la tipica espressione "corrugata".
La pupilla è rotonda, mentre l’iride varia dal giallo all’arancione o al marrone.
Il dimorfismo sessuale è marcato nelle dimensioni, con i maschi nettamente più grandi delle femmine.
I maschi adulti mostrano una colorazione uniformemente bruno-verdastra, con una tipica "sella" scura sul collo, talvolta estesa ai fianchi, e una testa più chiara rispetto al corpo; il ventre è biancastro o grigio scuro, solitamente privo di macchie.
Le femmine e gli esemplari subadulti presentano colorazioni diverse, dal grigio sabbia al fulvo, ornate da linee bianche e nere lungo tutto il corpo e squame soprallabiali tendenti all’arancione.
In questi esemplari la macchia a sella è meno evidente e diventa più marcata solo oltre i 65 cm di lunghezza.
I giovani, simili alle femmine, mostrano ancora tinte più vivaci e contrasti più accentuati.
La dentatura è ofistoglifa, caratterizzata da zanne velenifere situate nella parte posteriore della mascella superiore.
Il serpente di Montpellier presenta una distribuzione continua nel bacino occidentale del Mediterraneo, comprendendo la Penisola Iberica (Spagna e Portogallo), il sud della Francia, la Liguria e il nord-ovest dell’Italia, oltre alla regione nord-occidentale dell’Africa settentrionale (Marocco, coste dell’Algeria e Sahara Occidentale).
In Italia, la specie è principalmente limitata alla Liguria occidentale e centrale, con una presenza significativa nella provincia di Savona, soprattutto lungo la costa e nelle aree collinari basse.
Sebbene in passato sia stato osservato occasionalmente oltre i 1.000 m di quota, dati più recenti indicano che si trova prevalentemente fino a 800 m sul livello del mare.
La sua presenza è stata documentata anche sull’Isola Gallinara.
In Liguria è rappresentato dalla sottospecie occidentale Malpolon monspessulanus monspessulanus, che sembra non oltrepassare lo spartiacque tirrenico.
Specie fortemente termofila, il Serpente di Montpellier predilige ambienti soleggiati e aridi tipici del paesaggio mediterraneo: macchie, garighe, oliveti terrazzati con muri a secco, zone coltivate, terreni incolti ricchi di cespugli e anche aree più o meno urbanizzate.
Non è raro incontrarlo nei pressi di fiumi e torrenti, soprattutto nei tratti aperti e sassosi.
La sua adattabilità lo porta anche ai margini delle strade e in discariche abbandonate.
Il Serpente di Montpellier è un serpente diurno e strettamente terrestre, noto per la grande velocità nei movimenti e per la sua indole schiva ma vigile.
L’attività inizia con i primi tepori primaverili, generalmente già a inizio marzo, e prosegue fino all’inizio della dormienza invernale, che a seconda delle condizioni climatiche può cominciare a fine ottobre o anche a novembre nelle zone più calde.
La stagione riproduttiva inizia a fine primavera: il maschio è territoriale e di solito la femmina vive nella stessa area.
Dopo l’accoppiamento, la femmina depone fino a 20 uova in cavità naturali o sotto pietre, cortecce e detriti, anche di origine antropica.
I giovani nascono tra settembre e ottobre, già attivi e capaci di raggiungere i 25 cm di lunghezza.
Predatore generalista molto efficiente, gli adulti si nutrono principalmente di piccoli mammiferi come roditori di varie specie (raggiungendo dimensioni paragonabili a un giovane coniglio), uccelli, lucertole adulte come la Lucertola ocellata ( Timon lepidus ) e occasionalmente altri serpenti, inclusi conspecifici.
La dieta dei giovani è incentrata su piccole lucertole e grossi insetti terrestri.
La predazione avviene tramite un morso rapido e successivo avvolgimento del corpo, in attesa che il veleno, iniettato dai denti posteriori, agisca e immobilizzi la preda.
In natura, gli adulti del Serpente di Montpellier possono cadere preda di grandi rapaci come il Biancone (Circaetus gallicus) e l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), anche se la principale minaccia è rappresentata dall’attività umana: la paura ingiustificata dei serpenti porta spesso all’uccisione diretta da parte dell’uomo, e anche la mortalità accidentale su strada è purtroppo frequente.
I giovani affrontano rischi aggiuntivi, come la predazione da parte del Cinghiale (Sus scrofa) e di altri mammiferi opportunisti.
Tra i serpenti liguri, il Serpente di Montpellier è il più tollerante alle alte temperature estive; questa caratteristica è legata alla capacità di secernere una pellicola oleosa protettiva da specifiche ghiandole situate vicino alle narici, che contribuisce anche a diffondere un caratteristico odore "selvatico".
Estremamente vigile, caccia principalmente a vista, spesso tenendo sollevata la parte anteriore del corpo e compiendo rapidi movimenti laterali della testa utili sia per individuare le prede sia per rilevare predatori a distanza.
In situazioni di minaccia, non esita a mostrare aggressività: appiattisce la testa, sibila e può tentare di colpire a bocca spalancata.
Il veleno del Serpente di Montpellier, sebbene simile a quello degli elapidi velenosi come i cobra, ha una tossicità relativamente bassa rispetto a quella delle vipere; data la posizione dei denti veleniferi (ofistoglifa), il rischio per l’uomo rimane minimo.
In caso di morso prolungato, possono verificarsi bruciore e gonfiore localizzati, ma in letteratura non sono riportate conseguenze gravi o decessi.
La dose letale di veleno per piccoli roditori è stimata in alcune decine di mg/kg, ma per l’uomo il rischio clinico è trascurabile.